ANNA CASTELLI E FRANCO LA CECLA | FIELDWORK. COSA SIGNIFICA ANDARE IN GIRO A DISEGNARE QUELLO CHE SI VEDE


24 gennaio 2021, 11:30

Incontro a cura di Giorgio De Finis
 
Il fieldwork è diventato uno strumento essenziale per capire molti fenomeni e soprattutto per comprendere cosa accade in una città. La sua storia da Burroghs all’I swear I saw this di Michael Taussig e le sue applicazioni tra arte e antropologia.
 
Franco La Cecla (1950) è cresciuto in Sicilia, ha studiato tra Palermo, Venezia, Bologna e Berkeley. Ha insegnato antropologia in università italiane e straniere. Ha pubblicato diversi saggi e libri tra cui Perdersi, l’uomo senza ambiente (Laterza), Il malinteso, antropologia dell’incontro (Laterza), Contro l’urbanistica (Einaudi), Essere Amici (Einaudi). Per Zanichelli ha curato, con Francesca Nicola, il manuale di antropologia Culture in viaggio. Il suo documentario “In altro mare” ha vinto il San Francisco Film Festival nel 2010. È autore del documentario “È assurdo per un bianco essere in Africa”. Ha appena pubblicato con Leonardo Caffo Intromettersi (Eleuthera).

Anna Castelli è co-autrice di Scambiarsi le arti in prossima uscita per Bompiani e della voce “Arte e antropologia” dell’Enciclopedia Treccani. Ha tradotto e curato In India, viaggio di un poeta da giovane, per Fieldwork Milieu. Lavora nel campo dell’arte, coordinando workshop e residenze per artisti. Ha lavorato con artisti internazionali come Richard Nonas, Yvonne Rainer, Tacita Dean e Matt Mullican.
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diretta su www.facebook.com/MuseodellePeriferie