RENATO CAPOZZI, CARLO MOCCIA E FEDERICA VISCONTI | IL DISEGNO CHE TARDA A VENIRE


11 aprile 2021, 11:30

A cura di Carmelo Baglivo
 

Con il termine Patrimonio la cultura urbana contemporanea denota non solo le forme della città della storia, ma anche le più recenti manifestazioni della città del Novecento, comprendendo le sue costituzioni più critiche come la periferia.

L’attuale frammentarietà prodotta dalla diffusione dell’edificazione nella campagna e la conseguente assenza di limite della città, sono manifestazioni di crisi della forma urbana, di cui la periferia è concreta testimonianza.

Interpretando i luoghi della periferia come opportunità per la costruzione di un rinnovato “patto città campagna”, il progetto urbano può rinnovarsi nella teoria e nelle tecniche al fine di prefigurare una nuova idea di città: un’idea di città-natura rispondente alla nostra capacità di riconoscere la bellezza della natura e nello stesso tempo, alla nostra volontà di affermare il valore civile della città.

Assumendo il vuoto come valore sintattico nella relazione tra parti costruite, questa idea di città, felicemente nominata città arcipelago, corrisponde alla definizione di parti formalmente definite, chiamate isole architettoniche, dotate di una finitezza e composte attraverso l’accorta disposizione nel vuoto naturale.

Per pensare alla forma urbana nella periferia o nei grandi vuoti urbani della dismissione, abbiamo bisogno di ricercare le nuove figure della città natura, abbiamo bisogno di sviluppare i temi connessi all’idea di città arcipelago. Solamente così potremo collettivamente portare il nostro lavoro a definire il “disegno che tarda a venire”.

 

 

Carlo Moccia

(Rutigliano, 1956)

Laureato con lode presso la Facoltà di Architettura di Pescara nel 1983. È professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Bari, dove coordina il Dottorato di Ricerca in “Conoscenza e Innovazione nel Progetto per il Patrimonio”. La sua ricerca verte prevalentemente sui fondamenti teorici del progetto di architettura, sul rapporto tra architettura e città, sul rapporto tra architettura e costruzione. Alla riflessione teorica accompagna una costante pratica del progetto di architettura. Tra i progetti premiati in occasione di concorsi, si segnalano il progetto per l’ampliamento della Casa per anziani a Trani, il progetto per la riqualificazione del Lungomare Trieste a Lignano Sabbiadoro, il progetto per Nova Huta, il progetto per Piazza Duomo a Messina, il progetto per l’area “ex Boschetti” a Padova, il progetto per la biblioteca di Lorenteggio. I suoi progetti sono stati esposti in numerose mostre di architettura e pubblicati su libri e riviste del settore. Nel 2006 è stato premiato con il Leone di Pietra alla 10° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Tra le sue pubblicazioni Carlo Moccia. Architetture 2000/2010 (Aiòn, Firenze 2012), Architettura e Costruzione (Aiòn, Firenze 2012), Realismo e astrazione e altri scritti (Aiòn, Firenze 2015).

 

Federica Visconti

(Napoli, 1971)

Si laurea in Architettura nel 1995. Ha svolto con continuità per quindici anni attività professionale prevalentemente nel campo delle opere pubbliche, in forma singola o associata, ricevendo premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali. Nel 2002 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Progettazione Urbana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e, nel 2003, presso lo stesso Ateneo, la Specializzazione biennale in Progettazione Architettonica ed Urbana. Attualmente è professore associato di Composizione Architettonica e Urbana nel DiARC- Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Coordina il Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura del DiARC ed è membro del Collegio dei Docenti del DRACo- Dottorato in Architettura e Costruzione della Sapienza Università di Roma. La sua ricerca verte principalmente sull’architettura razionale e il nuovo realismo, sulla riqualificazione urbana dei quartieri di edilizia residenziale pubblica del Novecento. Tra le sue pubblicazioni L’architettura della strada. Un Atlante Italiano (Giannini, Napoli 2014), Pompeji Città moderna/Moderne Stadt (Ernst Wasmuth Verlag, Tübingen-Berlino 2017), Aule Sacre. Edifici di culto per la ricomposizione urbana di Barra (Aracne, Roma 2019).

 

 

Renato Capozzi

(Napoli, 1971)

Si laurea in Architettura nel 1997. Ha lavorato per molti anni con Salvatore Bisogni di cui è stato allievo interno, assistente e poi collaboratore a vari progetti e ricerche. Ha ottenuto premi e riconoscimenti in numerosi concorsi di progettazione e realizzato alcuni edifici come l’aula polifunzionale e l’albergo a corte aperta, entrambi a Castelvolturno (Caserta). Attualmente è professore associato di Composizione Architettonica e Urbana presso il DiARC di Napoli e tiene il Laboratorio di Composizione Architettonica e Urbana 1 presso di CdS Magistrale a ciclo unico 5UE e il Laboratorio di Sintesi Finale in Progettazione Architettonica nel CdS MAPA. È stato membro del collegio dei docenti del DoARC- Dottorato di Ricerca in Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ed attualmente fa parte del Collegio dei Docenti del DRACo- Dottorato in Architettura e Costruzione della Sapienza Università di Roma. La sua ricerca verte principalmente sulle architetture ad aula, sul rapporto tra realismo e architettura, sulla “città aperta”, sulle nuove centralità per la città policentrica. Tra le sue pubblicazioni Le architetture ad aula. Il paradigma Mies van der Rohe (CLEAN, Napoli 2011), L’idea di riparo (CLEAN, Napoli 2012), L’architettura dell’Ipostilo (Aiòn, Firenze 2016), Lo spazio universale di Mies (LetteraVentidue, Siracusa 2020).

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